L’ultimo dell’anno, in tutto il mondo, è tradizione festeggiare, cantare e ballare; lo stesso accade a Gambatesa, ma in un modo abbastanza diverso rispetto agli altri paesi.
Qui è vivissima l’antica tradizione delle “maitunat’”, stornelli intonati da diversi cantori, accompagnati da gruppi di suonatori, all’indirizzo di persone del luogo, soprattutto quelle più in vista, per raccontarne virtù e, soprattutto, vizi.
La tradizione, risalente ad un periodo incerto ma molto lontano, è giunta fino ai giorni nostri, anche se subendo diverse modifiche; si è passati dalle maitunat’ antiche, cantate fino al periodo della prima guerra mondiale circa, dove si intonavano componimenti precostituiti che il cantore “dedicava” alle diverse persone. Una seconda fase è fino agli anni ’50 del ‘900 con la maitunate semimoderne: sempre testi precostituiti ma testi e musiche leggermente diversi. Ad oggi, invece, le maitunate sono interamente improvvisate ed adattate come un abito cucito su misura alla persona che la riceve per definirne al meglio pregi e difetti.
Con l’introduzione dell’estemporaneità per le nuove maitunat’ non basta più avere una bella voce ma bisogna conoscere dialetto, proverbi, doppi sensi, “modi di dire” e, soprattutto, essere preparati sugli avvenimenti più importanti avvenuti in paese; in più, bisogna realizzarle in quattro versi endecasillabi a rima baciata o alternata con ritornello.
I cantori, durante la tradizione, che inizia la sera del 31 dicembre per finire la sera dell’1 gennaio, godono di una sorta di immunità che gli permette di canzonare i destinatari delle maitunat’, talvolta colpiti in maniera sottile e decisa con frasi e doppi sensi facilmente interpretabili dalla popolazione.
Oltre le canzoni, però, c’è la musica; il gruppo che accompagna utilizza strumenti tradizionali quali bufù, fisarmoniche, organetti e chitarre, altri artigianali come pakktell’, sunaglier’ e struculator’ e, in epoca recente, si sono aggiunte anche trombe ed altri strumenti a fiato.
Insomma, ventiquattr’ore di gioia, festa e allegria per tutti; o quasi, dipende se siete tra chi canta o chi riceve la maitunat’.